11.2.09

An Evening At The Concerts. 2/ Mogwai+Errors+Chris Brokaw

Premetto che avevo già visto i Mogwai una volta in passato, nel 2002 al Frequenze Disturbate di Urbino, nel periodo di Rock Action. Ed era stata un'esperienza illuminante e sicuramente difficile da dimenticare. Da allora al concerto di ieri sera, al Rolling Stone di Milano, sono passati sette anni e tre album nuovi. Tre album, alla fine dei conti, deludenti (soprattutto l'ultimo). Tre album che magari apprezzerei in qualche modo se non portassero la firma Mogwai, gli stessi Mogwai che hanno firmato "Ten Rapid", "Come on die Young", la raccolta "Ep+6" e un CAPOlavoro come "Young Team". Ma c'è poco da lamentarsi e rifarsi al passato con la nostalgia sulla punta della lingua, il tempo passa per tutti e non è clemente con nessuno. Stadifatto che ero convinto, oltre ogni ragionevole dubbio, che non ci sarebbe stata alcuna delusione per quanto riguarda il lato live. Comunque, partiamo dal principio.
Apre il concerto Chris Brokaw, di New York, ex-Codeine e ex-Come. Una buona mezz'ora di canzoni chitarra e voce, con stile, mai calcate troppo, a volte tirate leggermente per le lunghe. Un opening act onesto e per niente pretenzioso.
Seguono gli Errors, compaesani dei Mogwai, i quali non solo li hanno presi sotto l'ala protettiva della Rock Action records, ma se li sono anche portati dietro in tour. Indie rock strumentale molto new-wavey sposato felicemente con un orecchiabilissimo synth-pop. Mai banali, precisi e simpatici (soprattutto il batterista che continuava a ridere senza una ragione). Se possibile mettete le mani sul loro debutto
"It's Not Something but It Is Like Whatever".
E che dire infine dei Mogwai? La scaletta non mi ha convinto appieno, per le ragioni illustrate più in alto, ma questo non toglie davvero nulla al concerto. I cinque ragazzi sanno tirare su dei muri di suono devastanti, e a volte a vederli li, i tre chitarristi e il bassista, immobili, sguardo perso nel vuoto, viene davvero da chiedersi che non siano i fottuti cavalieri dell'apocalisse. Dal vivo, (quasi) tutte le loro canzoni funzionano perfettamente. Ovvio che per "Mogwai Fear Satan" l'atmosfera era surreale, così come per "Like Herod". Ma anche "Batcat" e "We're no here" hanno fatto il loro sporco lavoro. La vera soddisfazione per me è stata "Summer", perla indimenticabile e forse canzone-prototipo del suono tipicamente mogwaiano.
Detto questo, rimane poco altro da dire. Stando in prima fila con davanti gli amplificatori di Stuart Braithwaite diciamo che i suoni erano un po' confusi, un altro modo per dire che mi stanno ancora fischiando le orecchie.
Ad ogni modo, a conti fatti i Mogwai difficilmente daranno mai delle delusioni live. E questa non è cosa da poco.

la scaletta:
# i'm jim morrison, i'm dead
# hunted by a freak
# friend of the night
# mogwai fear satan
# scotland's shame
# i know you are but what am i?
# i love you, i'm going to blow up your school
# the precipice
# summer
# thank you space expert
# 2 rights make 1 wrong
# we're no here

Pausa

# like herod
# batcat


m.s.

Nessun commento: