27.12.09

Cheers

E chiudiamo l'anno anche qui.
Volevo scrivere 'na roba tutta spumeggiante e simpatica, ma avendo messo su gli Early Day Miners non se ne fa niente, c'ho la malinconia.
Saluti, auguri e ringraziamenti a tutti voi che leggete, e anche a voi che non leggete (i più) ma che sentirete un fischio nelle orecchie comunque. A tutti i gruppi con cui abbiamo suonato, che siamo andati a sentire, che ci hanno dato una mano, che ci hanno ispirato e via dicendo. A tutti voi gggiovani di GGGenova. Ai non-gggiovani di non-GGGenova. Ai gggiovani di non-GGGenova. Ai non-gggiovani di GGGenova. Agli amici ovviamente, niente nomi che poi lascio fuori qualcuno e mi sputtano. Ai nemici un cazzo, non vi voglio manco vedere.
A Christoper Lambert, che è sempre un po' d'ispirazione per tutta l'umanità.

Ci vedremo nel 2010, state accorti e attenti ai botti di natale. Copritevi bene e non guidate dopo aver bevuto. E non prendete la droga, eh.

QUI c'è il video di natale, fatto ESCLUSIVAMENTE DA JACK, ci tengo a sottolinearlo.

10.12.09

Xmas Live + Xmas Gift

Il diciannove (19) di dicembre, quindi tra due sabati, suoneremo al Milk con gli Accidia.
Quale occasione migliore per vedersi e farsi gli auguri!?!?

Vi aspettiamo, mi raccomando.

Per invogliarvi un po' eccovi il regalo di natale, anche se in anticipo:

una perla nascosta di un gruppo fondamentale.



26.11.09

Never get tired of breakfast.

Io di solito mangio due fette di pane, burro e marmellata di more + caffè.
Ma c'è ne per tutti i gusti, QUI. E ci siamo anche NOI (di nuovo!).

Alè!

30.10.09

Number two: (not) everything is possible.

Per numero due s'intende la seconda prova discografica di una band. Prendiamone una che ha fatto uscire un disco nel, mettiamo, 2007. Disco recensito in complesso molto positivamente, oggetto di discussione qui e li, fa parlare della band, la quale corona il successo suonando in giro e raccogliendo anche i consensi dei moderati. Finita la giostra, segue un periodo di pausa più o meno lungo che termina con il rientro in studio della band.
E così siamo arrivati alla prova numero due. Che non è mai come il fatidico terzo disco, che secondo molti è la prova del nove. Al numero due si può fare più o meno qualsiasi cosa, si può cambiare tutto, si può ripetere gli stessi ingredienti, oppure si può, vedi la maggior parte dei casi, operare una via di mezzo. Tre esempi.
Uno. A Place To Bury Strangers - Exploding Head.
Non cambia molto in questo disco, rispetto al precedente. Solo che il precedente era il primo, quindi poteva osare di più senza preoccuparsi di paragoni o raffronti. Era infatti molto più grezzo e sporco, non che questo sia sempre un bene, tuttavia lo è per il discorso degli APTBS. Insomma: quello che c'è di nuovo in questo lavoro non è molto ed è poco convincente, quello che c'è di vecchio non è valido come nell'album precedente; l'esempio perfetto è il singolo, "In Your Heart". Non stiamo parlando di un brutto disco, ma di un disco per cui, alla fine dei conti, non vale la pena spendere quindici euro. Meglio, a questo punto, prendersi sia il cd che il vinile del precedente.
Due. Twilight Sad - Forget The Night Ahead.
Per i Twilight Sad vale più o meno lo stesso discorso, ma in senso invertito. Quello che c'era di buono nel precedente "14 Autumns & 15 Winters" è rimasto elemento costitutivo del disco, se vogliamo anche più maturo. A questo si aggiungono delle dinamiche più tirate, d'ispirazione post-punk, che reggono bene il paragone con le precedenti (che comunque erano tutt'altro che tranquille) e per contrasto pezzi senza neanche il minimo accenno di basso e batteria di grande effetto. Ci sono i singoli, convincenti ma di certo non i momenti migliori del disco. C'è una perla come "That Room" che non si sa bene dove collocare: i Sigur Ros di Takk sono un inizio, ma stiamo parlando della punta dell'iceberg. Un muro di chitarre noise che cresce fino a diventare sovrastante, senza che neanche ce ne si renda conto fino a quando, di colpo, a venti secondi dalla fine restano in campo solo basso, batteria e un arpeggio leggero come una piuma. E subito dopo "That Birthday Present" che è più o meno "il pezzo stile green day" dei ragazzi scozzesi (se i green day potessero mai essere presi come termine di paragone). E subito dopo "Floorboards Under The Bed", e si ricade in un mare di tristezza distillata goccia per goccia. E avanti così, fino alla fine. Un disco ottimo, legato con un doppio filo rosso al precedente ma che se ne distacca esattamente nei momenti in cui si sente bisogno di novità. Approvatissimo.
Tre. Fuck Buttons - Tarot Sport
Non sono ancora convinto al cento per cento che questo disco mi piaccia. Il precedente era uno spettacolo, e ora questo. Al primo ascolto mi sono fermato dopo i primi tre pezzi, l'ho sentito tutto solo al quinto ascolto, al decimo mi è piaciuto più del precedente. Se "Street Horrrsing" era il lato oscuro della band, questo è il lato luminoso. Ma esattamente come nel primo c'erano fari di luce nell'oscurità (vedi "Bright Tomorrow") qui ci sono momenti in cui il sole viene coperto dalle nubi ("Phantom Limb"). "Tarot Sport" è un disco che cambia sostanzialmente le carte in tavola, anche se a un ascolto disattento può non sembrare. Paradossalmente, la direzione che prende questo lavoro sembra la conseguenza più ovvia e naturale del precedente, ma ovviamente questo ragionamento funziona solo se fatto a posteriori: voi l'avreste immaginato un disco del genere prima di ascoltarlo?

Le conclusioni del discorso sono i dischi stessi, direi.
Siete d'accordo?

21.10.09

An Evening At The Movies. 1/ Inglorious Basterds



Per inaugurare questa still-rubrica nuova fiammante serviva il film giusto. Serviva un film su cui si poteva discutere e tramite cui si poteva insultare altra gente; più o meno quello che fa Sgarbi in televisone, magari. Ma non necessariamente, direi che doveva semplicemente trattarsi di un film apprezzato da alcuni e criticato da altri.
Io, dopo essermelo visto al cinema tre volte e aver raccolto una giusta dose di pareri contrastanti direi che sono pronto a scriverci sopra.
Seconda guerra mondiale, Francia. Tarantino narra le vicende di un reparto speciale composto da ebrei americani che seminano il terrore tra le fila naziste, riscrivendo la storia secondo i crismi tipici del suo cinema. Dialoghi dilatati al limite del logorroico, colonna sonora classical-western (quantomai illuminante ed evocativa), divisione in capitoli del film, alternarsi di comicità nera e violenza (gratuita?) di forte impatto.
Tutto questo. E molto di più.
A partire dal cast: dal Brad Pitt che ricama sul tenente Aldo Raine, stereotipandolo con stile, a Eli Roth, decisamente meglio in veste di attore che in quella traballante di regista horror/trash di ultima generazione alla fantastica Mélanie Laurent che incarna perfettamente il "volto della vendetta ebrea". Ma la vera sorpresa sono gli attori tedesci: Til Schweiger, di solito attore da action movie evitabili (vedi King Arthur, Tomb Raider) si riscopre nel ruolo del duro comicizzato, e calza alla perfezione. Altro esempi sono Michael Fassbender che paradossalmente interpreta un inglese che si finge tedesco ma desta sospetti per l'accento improponibile e Daniel Bruhl, già promettente in Goodbye Lenin.
Volutamente ho tenuto per ultimo Christoph Waltz, aka il colonnello delle ss Hans Landa. A lui va il primato per aver confezionato un'interpretazione di altissimo livello, oltre ad essere la sorpresa più gradita del film.
Mio dovere citare anche la presenza di un insospettabile Mike Myers (vi ricordate di Austin Powers?) nel ruolo del generale britannico Ed Fenech (!!).
Punto secondo: la regia. Tarantino rispolvera le sue armi migliori, e invece che metterle in mostra con una buona dose di autocompiacimento come già in Kill Bill o Grindhouse le camuffa sotto un velo di innovazione dovuto all'ambientazione insolita ma ritratta senza sbavature, all'uso sorprendentemente efficace di quattro lingue e sottotitoli per tre quarti del film e a una comicità più marcata del solito che fa risaltare le scene pulp in classico stile tarantino. Vi sono inoltre almeno un paio di scene (la discussione "animata" nella taverna e la scena metateatrale del cinema in fiamme) che ci consegnano un regista in stato di grazia, al di là delle sue tipiche etichette in questo caso superflue e capace di creare atmosfere mozzafiato.

In conclusione: sette su dieci. Non il miglior film di Tarantino ma sicuramente il migliore cronologicamente successivo a Pulp Fiction, fuori dalle coordinate tipiche del suo cinema e inoltre sintomo di un possibile capolavoro in futuro, prossimo o remoto che sia.
Ah, dimenticavo. DA VEDERE IN LINGUA ORIGINALE.

m.

18.10.09

An Evening At The Concerts. 10/ Boys Noize

O anche, una serata al festival della Creatività a Firenze, in Fortezza.
Vi sembra incredibilmente tamarro?
Incredibile invece è che di tamarro non ce n'era manco uno a sentire il paladino dell'electro made in deutschland, nonostante fossimo nel rinomato padiglione Cavaniglia, dove, come direbbe un detto popolare, la techno è meraviglia.

Arriviamo in ritardo e, tergiversando qui e là, tentando di farci un caffè con una tedesca che si spacciava per una grande barista quale palesemente non era ci perdiamo Patrick Wolf.

Intermezzo: stiamo sempre bighellonando in giro e lentamente una pulsazione primordiale inizia a propagarsi per l'ambiente. Altro non era che il basso di "Angel", primo pezzo di "Mezzanine" dei Massive Attack. Si arriva a stento alla fine del secondo pezzo che sale in scena Mr. Noize (lo chiamo così presupponendo che faccia Boys di nome) e parte con il suo set (la cui durata sarà circa 2 ore).

Atto principale: devastante. Mi aspettavo casino, ma non QUESTO casino. Solo a livello di pezzi, il nuovo album è decisamente più improntato sul concetto di cassa dritta rispetto al precedente. Infatti pesta come un fottuto carro armato.
Inoltre: il pubblico. Mi aspettavo casino, ma non mi aspettavo il pogo che è partito. Tra le varie highlights mi sono preso una birra in faccia, cosa di cui al momento sono stato molto grato visto il caldo.
Comunque, tra cassa dritta, novità varie e classici sempre ben accetti si arriva alla fine della serata.

Ci vorrebbe un piccolo tamarro incazzato in ognuno di noi, questa è la conclusione. O anche no, perchè nel suddetto festival dalle larghe vedute chi non fosse stato convinto dalla serata poteva pur sempre tornare il sabato a vedersi AGF/DELAY e Mouse on Mars, concerto che a malincuore mi sono perso.
Quindi tutti contenti. Non siamo riusciti a mangiare la fiorentina ma, cristoddio, costava 50 euro per due persone. La prossima volta.

Jack sostiene che se guardate bene qui in mezzo ci trovate anche noi:

1.10.09

Aggiornamento #1

Ehilà, come state?
Spero tutti in forma, con l'autunno in arrivo bisogna essere freschi e prestanti.

Qui dalle nostre parti le cose si muovono ancora con la tranquillità delle due del pomeriggio di un giorno d'agosto torrido. Stiamo lavorando su quello che sarà il nostro prossimo disco. Numero di pezzi: 7.

Se volete sentire un assaggio delle cose nuove, più il consueto e consolidato repertorio, abbiamo due date la prossima settimana:

Giovedì 8 Ottobre, a Genova, al Lucrezia con gli Edelweisse.
Venerdì 9 Ottobre, a Sestri Levante, al Circolo Matteotti con gli Antigone.

Stavolta avremo qualche cd da vendere, promesso.
Venite che ci fa piacere e vi facciamo le feste!

8.9.09

Numero UNO.

Back from Succivo.

L'unico problema sono state le dieci ore di macchina del ritorno, di cui due in coda fermi sotto il monte che bruciava.
Per il resto, è stato really amazing suonare all'Atellana Festival. Il palco era nel cortile di un vecchio castello, adiacente a un maneggio. Fuori c'era il paninaro con le panche dove sedersi e cenare; c'erano gli stand di magliette, artigianali e di gruppi vari, di spillette e gadget, di vinili e cd.
C'era la birra, bionda e fresca, un amore.
Poi c'era la gente, e ce n'era tanta. E anche se avremo conosciuto circa il 10 percento dei presenti, ci hanno davvero fatto sentire a casa.
Poi c'erano i gruppi, e meritavano.
Poi c'era il bed&breakfast e la gentile signora che ci ha fatto il ciambellone per colazione.
Poi c'era l'autogrill dove sono riusciti a rifilare alla Gre il thermos della cocacola per sette euro.
Poi c'eravamo noi che ci siamo persi circa quindici volte per arrivare dal festival a casa.

Ad ogni modo: è stato bello.

No, la pizza non l'abbiamo mangiata. Scusateci.

3.9.09

15.8.09

La colazione è il pasto più importante della giornata.

E con nostra grande gioia nel menù di agosto ci siamo anche noi,
su Breakfast Jumpers.

Dormito bene? In ogni caso, buon appetito.

14.8.09

Everydoby knows Paul Smith,

aka the fashion designer who is simply fuckingcool and does fuckingcool stuff.

But things you maybe don't know about mr. Smith:

First. He enjoys Italy surely more than we do. For proof, check out his blog.

Second. (and more important) He has a passion for music and works together with Tom Ravenscroft, aka the son of John Peel, also a cool dj with his own radio show where he supports new and weird stuff, unsigned artists, ecc.ecc. That's called family tradition.

So, check this out here.

6.8.09

Broken Social Division

Per la colonna sonora di "The Time Traveler's Wife" i Broken Social Scene hanno messo su la cover di "Love will tear us apart".

Direi che sono stati i primi ad aggiungerci qualcosa di nuovo.

Qui.

5.8.09

Nella torrida estate...

non c'è mai nulla da fare.
Ma chissà come mai ieri sera tutto il mondo s'è dato appuntamento a sestri levante...boh.

Sabato scorso concerto fantastico a lavagna.

18.7.09

Sabato scorso...

c'era il Pegli Summer Rocks!

e QUI c'è il resoconto della serata, by Mr. Olivieri.

Leggete, che le nuove generazioni leggono così poco...


e tra l'altro sul nostro myspace trovate un piccolo assaggio delle nuove cose su cui stiamo lavorando ultimamente.

Ascoltate, ma non con le cuffie, che poi vi fanno male GLI orecchI.

14.7.09

An Evening At The Concerts. 9/ Nick Cave & The Bad Seeds

Non saprei neanche da dove cominciare. Tralasciando la parte su chi è Nick Cave e su cosa fa, diciamo che era un concerto che aspettavo da quattro anni buoni, perdendo le speranze lungo la strada con la diparita (dalla band) prima di Blixa Bargeld e poi, recentemente, di Mick Harvey.

E vabbè, son cose che succedono. Ma ecco che arriva l'occasione del Traffic (Free Festival), e in apertura c'è pure St. Vincent.


Partiamo proprio da St. Vincent, grande talento nella scuderia 4AD che avevo ascoltato più o meno solo su pitchfork tivvù, aspettandomi nella mia ignoranza un concerto di spirito gioviale e bucolico. Non esattamente quello che ho visto, diciamo. Lei è fantastica. Per come canta, per come suona, per come sta sul palco, per come appare. E alle sue spalle c'è un gruppo di pezzi da novanta. A partire da metà scaletta, il primo pensiero quando finiva una canzone era "ok, figo. ma ora voglio nick." Appena partiva la canzone successiva, tempo dieci secondi si era già immersi in un turbine di suoni e qualsiasi priorità appariva piuttosto sfocata e trascurabile. Cosa posso dire di più? Non so i titoli delle canzoni, quindi non posso lodarle singolarmente, verso la fine comunque c'è stata un'impennata post-punk, mentre la prima parte è stata più intima e orecchiabile.


Ma andiamo al sodo. Quando arrivano sul palco, nessuno capisce più un cazzo. Al suo solito, mocasso a punta, vestito da attore porno di classe, camicia con un colletto infinito. Senza baffi. Ed è un po' uno shock vedere dal vivo quest'uomo di cui si è detto e si dice così tanto, che ha fatto così tanto.
Parte "Papa won't leave you, Henry", e di colpo i Bad Seeds, il pubblico delirante e tutto il resto scompare per lasciare spazio solamente a Nick Cave, che predica, ammonisce, urla e racconta. Il primo pezzo è sempre il più folgorante, quando ancora tutto sembra ancora irreale. Segue "Dig, Lazarus, Dig!!!", canzone che magari su disco poteva passare per scarna e mediocre, ma che cambia completamente volto dal vivo.
Con "Red Right Hand" si entra nel fulcro del concerto, è passata l'energia della prima bordata, ora è il momento di raddoppiare la puntata. E mentre Cave sussurra "He's a ghost, he's a man, he's a guru" ci si rende conto che è lui il vero guru, e che ha ancora carte a volontà da giocare e mani a volontà da vincere, confermandolo con altre due perle rock&roll, "Deanna" e "Midnight Man". Poi una "Nature Boy" non troppo ispirata, dedicata a Mick Harvey, seguita da una tripletta d'oro. "The Ship Song", "Henry Lee" e "Tupelo". Soprattutto in quest'ultima viene fuori uno spiraglio del vecchio Cave, oscuro, profetico e maledetto, non una rockstar ma un predicatore uscito da un southern gothic, vedi "E l'asina vide l'angelo".
Seguono canzoni alterne del nuovo album e pietre miliari del passato, come un' incalzante "The Mercy Seat", un'ispirata "The Weeping Song" e una violentissima "Stagger Lee". Chiude il bis con "Lucy".

Un concerto fenomenale, per l'energia di Cave, l'esecuzione impeccabile ma tutt'altro che fredda dei Bad Seeds, ma soprattutto per la scaletta, in perfetto equilibrio tra nuove tendenze e vecchie glorie.

Rocchenroll.

6.7.09

Recensione su Russell's Reviews

Third review, first one in the UK.

Here.

Cheers, mates.


p.s.

remerber the goddamn fucking undici luglio.


2.7.09

L'undici luglio...

a Villa Doria, al SUMMER ROCKS di Pegli suoneremo assieme agli A Classic Education e ai Library Tapes.

Continuerò a ripetervelo a intervalli regolari fino a esaurimento nervoso (mio o vostro o di entrambi).

undicilugliosummerrocksundicilugliosummerrocksundicilugliosummerrocks


29.6.09

Recensione su Rockambula

Recensione numero due,

QUI.


oggi iniziamo a registrare il prossimo ep.
wish us luck.

un abbraccio.


e ricordatevi: undici luglio.

24.6.09

Recensione su Komakino'zine

Prima recensione di Everyday and Never, su Komakino.

La trovate QUI.

First review of Everyday and Never ep, on Komakino.

HERE.


Già che ci sono, vi segnalo anche il prossimo appuntamento live. L'undici di luglio (11/07) suoneremo a Villa Doria, Pegli. Possibili nomi molto fighi (oltre a noi, ovviamente), vi terrò aggiornati, voi intanto fateci il favore e tenetevi liberi.
Su, dai.

17.6.09

An Evening At The Concerts. 8/ Carla Bozulich

Sono un po' in ritardo sulla tabella di marcia, ma comunque.
Carla Bozulich è uno di quei personaggi destinati a portarsi dietro sempre e comunque il peso della loro fama. Dico "peso" perchè venire paragonata a un primo Nick Cave per lo stile sciamanico con cui si presenta sul palco significa essere rappresentanti del filone più scuro di quel blues-noise-dark che caratterizza i suoi lavori da solista (più di ogni altro "evangelista") così come le sonorità degli Evangelista (si, non sono solo un disco ma anche una band) su "Hello Voyager", non proprio il genere di musica che si può fare toccando solo corde superficiali con leggerezza.
Fatta la premessa, non si può dire che la Bozulich non sia all'altezza della sua fama. Lei chitarra e voce, accompagnata (solo) da un violoncello, il cui contributo è stato tanto stupefacente quanto quella della protagonista.
Il duo passa da momenti scarni e rumorosi, caos ancestrale ruvido come la pelle di uno squalo a pezzi più schiettamente cantautoriali. Le vere perle sono però state le canzoni a metà tra i due poli suddetti, in cui la voce straziata e straziante si scontrava con le sferzate nervose del cello e della chitarra mettendo in piedi architetture scurissime e ipnotiche in un susseguirsi di crescendo, minimalismi, cantilene angoscianti dall'animo blues e noise incontrollati.
E così, senza accorgersene neanche il concerto arriva alla fine, e dopo un bis a richiesta unanime la cantante americana ritorna sul palco chiedendo scusa per non avere più canzoni, ridacchiando.
Tutti a casa quindi, e direi che ha dato tutto quello che doveva dare, senza farci mancare niente.
Chapeau.

ms

13.6.09

TakeoverDrama presents Still Leven

ovvero io e Jack alle prese con il podcast ddrama.

QUI.

god bless you.

6.6.09

An Evening At The Concerts. 7/ Nadja

I Nadja sono Aidan Baker e Leah Buckareff. L'aggettivo giusto per Baker è instancabile; la sua produzione solo con i suddetti è di sette lp a partire dal 2003, più un numero consistente di ep e split. Poi ci sono collaborazioni varie tra cui per esempio una con il nostrano Netherworld (aka Alessandro Tedeschi), una notevolissima con Tim Hecker e l'ultima in linea cronologica con il canadese Thisquietarmy, con cui tra l'altro ha diviso il palco al Buridda.
Anyway.
Se a uno non piace il genere (ambient/doom/shoegaze) c'è poco da fare, ha ceffato serata. Se invece a uno piace il genere direi che giovedì scorso si sarebbe potuto ritenere pienamente soddisfatto (tranne forse che per i volumi leggermente bassi). Una volta che si comincia a seguire il filo lungo quale si snoda il concerto, viene fuori che non è solo casino, non è solo ambient droneggiato. C'è uno scheletro solido ed elaborato che regge le canzoni, c'è un progetto dietro alle melodie distorte e dilatate che si susseguono in maniera tutt'altro che statica.
Bisogna un attimo impegnarsi, eh. Ma ne vale la pena.

Vi ricordo anche che giovedì prossimo c'è Carla Bozulich (!!!).
Bye bye.

ms

22.5.09

...e grazie per il pesce!

...stavo appunto citando Douglas Adams.

giusto qualche pensiero sparso:

prima di tutto, grazie alla gente che ieri è venuta in buridda a sentirci. grazie a kramers, hermitage e albero rovesciato. e grazie a disorderdrama, che c'ha fatto suonare nonostante le voci secondo cui gli still leven ai concerti si portan dietro la pioggia (mat, ieri manco una goccia. tiè.).

sul myspace dei twilight sad c'è il nuovo singolo "reflection of the television".

sta per uscire crank 2 con jason statham.

che altro vi serve?

20.5.09

eMpTerVista

o meglio,

Simone aka Mr eMpTV ci ha fatto a suo rischio e pericolo qualche domanda. Qui sia domande che risposte, enjoy.

E DOMANI IN BURIDDA 9.30 PRECISE SUONIAMO.

sarebbe un problema per voi venire?

NO. IL PROBLEMA è SE NON LO FATE.

17.5.09

No compost no party.

E infatti GIOVEDì 21/05 SERA, ORE 21.30 PRECISE AL BURIDDA C'è IL COMPOST PARTY.

Suoniamo noi + KRAMERS + HERMITAGE + ALBERO ROVESCIATO.

Direi che non avete scuse.

14.5.09

An Evening At The Concerts. 6/ 65daysofstatic

Che i 65daysofstatic siano un gruppo con i coglioni s'è visto e lo hanno sufficentemente dimostrato sfornando gli album che hanno sfornato. Un primo, ibrido tra math-,post-rock ed elettronica, un secondo che riprendeva i temi del primo e li riproponeva rinfrescati e migliorati, un terzo che si sposta più sulla loro vena (terrona) pseudoelettronica ballabile senza però rinunciare al loro marchio di fabbrica, una sezione ritmica pestona come poche, progressioni di piano tra semplicità e virtuosismo e chitarre dal sapore, appunto, math. E vabbè, fin qui tutto bene.
La domanda da porsi, che poi ci si pone con un po' tutti i gruppi abbastanza singolari come i suddetti, è "ma dal vivo?".
Eh, dal vivo, dal vivo...diciamo che hanno spaccato, ma speravo spaccassero dieci volte di più.
Andiamo con calma.
Il magnolia è sempre un posto molto figo. L'unica cosa che non capisco è perchè d'estate, che fa un caldo bestia, mettano la sala concerti in un tendone che appena riempito di gente si trasforma in una serra. Questo dettaglio è stato portato alla mia attenzione più che altro dal fatto che - non so la ragione e non voglio puntare il dito contro nessuno - il concerto, che ci aspettavamo più o meno iniziasse per le dieci, è cominciato per le undici. Un'ora passata all'insegna del sudore e dell'agorafobia.
Arriviamo al punto. La prima metà del concerto mi è parsa piuttosto moscia. Sarà stata la prevalenza di canzoni nuove, quindi maggiormente campionate, che lasciava poco spazio alla dimensione live, nella quale l'unico a sbattersi davvero era il batterista. E subito appariva chiara la differenza tra canzoni nuove e pezzi tratti da "The Fall of math", come "Retreat! Retreat!" e "Fix the sky a little" che rispetto alle prime si trovavano non un gradino ma dieci rampe sopra. Questa prima parte si chiude con un altro pezzone, sempre più sul versante post-rock, con la prima vera esplosione da spaccare i timpani; non chiedetemi che canzone era perchè non l'ho identificata, comunque ho apprezzato molto.
Il momento di inizio della seconda parte per me è stata più o meno quando il chitarrista centrale (non saprei come altro definirlo) ha detto, in un italiano da oscar, "se volete ballare, fate pure (pronunciato piùre)"
E da li la situazione è tutto sommato cambiata. Non so se è stata la scelta dei pezzi, non so se sono stati loro, più caldi e presenti, non so se è stata colpa mia,che forse ho cominciato ad apprezzare in ritardo, comunque tra pezzi nuovi, vecchi, pietre miliari (radio protector), dance, post-rock, rumorazzi alla fine e bis di due pezzi più che apprezzabile hanno saputo regalare altri 30-40 minuti spettacolari.
Quindi, tutto sommato, va bene così. Unico altro appunto, i volumi delle chitarre (e per quanto mi riguarda anche del basso) potevano e forse dovevano essere più alti, perchè se c'è un gruppo che ha tutto il diritto di farmi fischiare le orecchie per due giorni sono loro.
La scaletta non ce l'ho, scusatemi.
Cheers.

ms

24.4.09

Martedì sera...

Se mercoledì è il nuovo venerdì, martedì è il nuovo sabato. O forse no.
Ma il prossimo martedì in particolare, ovvero
MARTEDì 28 APRILE noi STILL LEVEN si suonerà AL NOTA BENE di RAPALLO. Ovviamente, se ci venite a sentire sapete che ci fate un gran piacere e noi cerchiamo di farvi divertire, per quanto la nostra musica da presi male possa far divertire.

Comunque, un bacione e che Dio vi benedica, come dice Jerry Scotti.

17.4.09

every day and never ep

Amici, amiche,

Finalmente, l'ep è uscito. Un parto doloroso, certo, ma alla fine ha visto la luce.

Ce lo portiamo dietro ai concerti, quindi se avete voglia di passare a farci un saluto lo trovate. Sennò potete scriverci a stillleven@gmail.com e in qualche modo ve lo faremo avere. Offerta libera minima di 4 euro.

Baci e abbracci!

p.s.
il nuovo album dei Coma Stereo merita davvero.

p.p.s.
come anche i Japanese Gum scrivono, noi si voleva ringraziare chi è venuto a sentirci a Parma, gli stessi Jap e ovviamente Luca e gli amici del Veronika che ci hanno fatto sentire a casa.
Adorabile Emilia.

1.4.09

An Evening At The Concerts. 5/ Franz Ferdinand + Kissogram

Per me il massimo sono i concerti da un migliaio di persone (parlando da spettatore, si era capito no?). Non troppo impegnativi, più che altro. Non si può dire lo stesso del suddetto concerto, al Palasharp (!!!) di Milano.
Non posso dire che i Franz Ferdinand siano il mio gruppo preferito, anzi; ma a loro favore va detto che sono una delle poche band di questa imperversante new-new-wave britannica che alla critica prova del terzo album non si sono sputtanati (completamente) al contrario di Bloc Party (una caduta di stile chiamata Intimacy) , Artic Monkeys e Kaiser Chiefs (che per me erano sputtanati fin dal primo). Detto questo, ero curioso di vederli dal vivo, anche se ho patito un po' la dimensione concerto-da-stadio.

Quando arriviamo hanno appena iniziato i berlinesi Kissogram. Così scarsi che hanno fatto apparire i Franz Ferdinand ancora più bravi, se possibile.
E veniamo quindi al centro nevralgico della serata. I quattro ragazzi scozzesi iniziano intorno alle dieci, aprendo con "Dark of the matinee". E già il pubblico è impazzito, e si capisce anche il perchè. Stiamo parlando di quattro musicisti che sanno fare il loro lavoro, e lo fanno bene e con piacere. Alex Kapranos accenna appunto al fatto che stasera sono in forma. Si vede.
Continuano a tirare fuori una hit dietro l'altra, passando da "Do you want to" a "Take me out" a "Michael" a "No You Girls" alla canzone del momento, "Ulysses" (non necessariamente in quest'ordine). Poi una perla, "40 feet", condita e allungata con un'improvvisazione incalzante e cori da stadio sulle note del ritornello. Fine primo tempo.
Non è corretto, a questo punto, parlare di bis. Più che altro lo definirei un secondo atto, non tanto per la durata quanto per l'intensità. Ripartono con una lungamente attesa (da me) "Jaqueline", ed è perfetta. Non le manca niente. Ma i momenti migliori sono quelli tra una canzone e l'altra, prima quando si lanciano in un'orgia ritmica, in cinque intorno alla batteria (il quinto non chiedetemi chi fosse) a suonare ognuno un pezzo. Nel secondo intermezzo invece virano sull'elettronica, Kapranos e McCarthy al synth, Thomson alla batteria elettronica, che cede
il posto dietro alle pelli al batterista dei Kissogram. Altra graditissima sorpresa.
In chiusura, This Fire, anche questa dilatata ed elettrica. Momento di grande estetica rock quando Kapranos e McCarthy incrociano le chitarre alte verso il cielo (coperto dal tendone impietoso del palasharp).

Ringraziano e se ne vanno. E ce ne andiamo anche noi, felici e soddisfatti. Hanno dato quello che c'era da dare. Complimentoni a loro.

m.s.

24.3.09

Still Leven @ Checkmate by Emptv

Buondì a tutti, belli e brutti.
Qualche tempo fa suonammo al Checkmate. Questi video (del semper fi e semper presente Emptv) ne sono la più sincera e vivida testimonianza.
Oggi parlo strano senza sapere il perchè.

Still Leven - The Long Talk After Mom Died
Still Leven - Just A Face In The Crowd
Still Leven - Broken Asses & Wasted Times
Still Leven - The Dreamer
Still Leven - I Will Give Up

Ossequi sentitissimi.

15.3.09

An Evening At The Concerts. 4/ Animal Collective

Di nuovo a Milano, di nuovo al Rolling Stone e alla sua ultima stagione. Questa volta per gli Animal Collective, da Baltimora, che dopo l'ultima fatica Merrywather Post Pavillon (album ottimo, tra l'altro) hanno detto praticamente tutto quello che avevano da dire in materia avant-pop-weirdo-psichedelicshit-ecc,ecc. C'era quindi grande aspettativa da parte mia, soprattutto perchè il loro tipo di musica e il conseguente assetto non è esattamente la classica tripletta basso-chitarra-batteria, per quanto eterogenei e stupefacenti siano i risultati che si possono tirare fuori dalla suddetta combinazione.
Ci si presentano così, senza farci aspettare troppo. Ora da questo momento in poi troverei difficile il descrivere le canzoni una ad una (che per inciso non mi ricordo neanche). Si alternano momenti di ottimo primitivismo dance a parti più dilatate ricoperte di strati d'elettronica e cantati che paio direttamente presi dalla tradizione popolare. Avrei preferito la maggioranza dei primi rispetto ai secondi, non è stato così, bensì s'è trattato di un concerto (fin troppo) equilibrato nella dinamica piano-forte. A parte questo, bravissimi. Non posso dire di essre stato uno spettatore concentrato, ma sicuramente sono rimasto soddisfatto, anche se gli Animal Collective alla fine dei conti rendono meglio nel ciddì (o vinile che dir si voglia), a mio parere la loro dimensione più efficace.

Bon.

4.3.09

Brand new(s)

Helloo hello to everybody. How are you doing, is everything fine? Are you bored? Have you got a headache? I do have one right now. That's because in these last days we're playing louder than usual without a particular reason. Anyway, before I drink something hot-smoke a cigarette-go to bed here are some news for you.

Well in fact the news are just (or mainly) two upcoming gigs.
Non so esattamente perchè l'ho scritto in inglese, ma comunque.
:

13 marzo, live @ Arci Brixton di Alassio. (è un venerdì quindi vedete di fare presenza che avete il sabato per dormire và)
10 aprile, live @ Veronika di Parma avec les Japanese Gum.

And back to english.
Cd is almost ready. We're in the printing process. Just a little longer.

Night night night
Notte notte notte

28.2.09

Now they're no more. 02/ The Delgados

Who: Alun Woodward, Stewart Henderson, Paul Savage, Emma Pollock.
Where: Hamilton, Scotland
When: 1994 -2005
What: something between indie rock and noise pop.
Where are they now: Emma Pollock

Albums:
1. Domestiques (1996 Chemikal Underground) 2/5
2. Peloton (1998 Chemikal Underground) 4/5
3. The Great Eastern (2000 Chemikal Underground) 4/5
4. Hate (2002 Mantra) 1/5
5. Universal Audio (2004 Chemikal Underground) 4/5


The Delgados - No Danger

I've been hanging round for days
still confused about the way you came
Take the portraits from the wall
take them down and burn them all
I know what I've become

By the marks upon their arms
there was nothing that they lacked in charm
But now I've got to choose
who from you is gonna lose
and who is going through

By the stories that were told
I decided to reject the bold
embrace the cowardly and the weak
we had laughs that lasted weeks
they're inside and I sing here

Now I would swear this life is you
You've been around since we were twenty two
but now you've got the rush
when you're cold and when you're touched
I know things don't mean much


'Cause we don't know we're strong enough
and chances come too soon
But people, people, we're not in love
and now we're singing out of tune

Just go out and get it straight
There are questions here that just can't wait
Leave romantics to their spite
leave the footballs to their pints
alternatives we'll find

But there's nothing we can find
while our lives are plush and kind of fine
So we'll all call it a day
people follow in our wake
a nothing's hall of fame

'Cause we don't know we're strong enough
and chances come too soon
But people, people, we're not in love
and now we're singing out of tune

Come on babies, find a vein
Roll your sleeves up, find your arms insane
Walking out in little lines
down the corridors of life
and on to what you'll find

Out the door and down the street
over fences glens and ditches deep
And who from us is gonna choose
who will win and who will lose?
I know it won't be me

'Cause we don't know we're strong enough
and chances come too soon
But people, people, we're not in love
and now we're singing out of tune

'Cause we don't know we're strong enough
and chances come too soon
But people, people, we're not in love
and now we're singing out of tune

watch: The Delgados - No Danger


m.s.

18.2.09

C'è chi l'ha detto prima e meglio di noi.

"Per finire"

In qualche parte del mondo
c'è chi mi ha chiesto un dito
e non l'ho mai saputo. La distanza
di quanto più s'accorcia di tanto si allontana.

E. Montale

An Evening At The Concerts. 3/ Marlene Kuntz

Sarò breve. Non tanto per scelta, più che altro per il fatto che io dei Marlene Kuntz so poco e niente. Non ho mai ascoltato un loro album dall'inizio alla fine nè mai prima di ieri li avevo visti in concerto. Comunque, vedrò di farmi una cultura su di loro, perchè ammetto che mi hanno incuriosito, a tratti. Stiamo parlando di un gruppo con un'attività ormai ventennale sulle spalle, e infatti si sono dimostrati impeccabili nell'esecuzione. A parte quello, li ho preferiti nelle canzoni più rumorose e mento cantautoriali, che purtroppo erano in minoranza nella scaletta. Interessante anche l'improvvisazione (che per quanto ne so potrebbe essere anche una canzone, ma a me è sembrata inequivocabilmente un'improvvisazione) a metà del primo bis, e il momento recitativo-declamatorio di Godano, forse l'unico momento valorizzato dal trovarsi in un teatro (il teatro della tosse, per la precisione). Avrei voluto vederli una decina di anni e possibilmente stando in piedi. E possibilmente in piedi anche loro, a differenza di ieri, dove pareva di trovarsi davanti un "unplugged". Poco convincente la cover italianizzata di "Here comes the sun" dei Beatles.
E bon.

13.2.09

Quoting Aidan John Moffat

Former Arab Strap singer, Aidan Moffat, writes for the Vice blog, in the weekly column called "A good thing to lose". You should check it out. In particular I'm quoting some words from his review of "Mamma mia!" about the acting of Pierce Brosnan, on which I completely agree:

"[...]Colin Firth reveals a quite shocking soprano while Julie Walters raises a smile, but the clear Man of the Match is Pierce Brosnan. God, I love Pierce Brosnan. I’d gladly watch all his scenes every weekend for the rest of the year. He can’t sing at all, but he doesn’t need to: he’s Pierce Fucking Brosnan. I can’t explain it, but there’s something in the very essence of that man that makes me warm inside, and when he wasn’t on screen I spent the time of his absence ardently anticipating his return. Have you seen him in The Matador? I love him in that."

m.s.

And now, ladies and gentlemen...

Still Leven are also on facebook.
Maybe you don't know but we're on last.fm as well, and since quite a long time now.
Coming soon: flickr and a bunch of photos.

Stay tuned, stay easy.

11.2.09

An Evening At The Concerts. 2/ Mogwai+Errors+Chris Brokaw

Premetto che avevo già visto i Mogwai una volta in passato, nel 2002 al Frequenze Disturbate di Urbino, nel periodo di Rock Action. Ed era stata un'esperienza illuminante e sicuramente difficile da dimenticare. Da allora al concerto di ieri sera, al Rolling Stone di Milano, sono passati sette anni e tre album nuovi. Tre album, alla fine dei conti, deludenti (soprattutto l'ultimo). Tre album che magari apprezzerei in qualche modo se non portassero la firma Mogwai, gli stessi Mogwai che hanno firmato "Ten Rapid", "Come on die Young", la raccolta "Ep+6" e un CAPOlavoro come "Young Team". Ma c'è poco da lamentarsi e rifarsi al passato con la nostalgia sulla punta della lingua, il tempo passa per tutti e non è clemente con nessuno. Stadifatto che ero convinto, oltre ogni ragionevole dubbio, che non ci sarebbe stata alcuna delusione per quanto riguarda il lato live. Comunque, partiamo dal principio.
Apre il concerto Chris Brokaw, di New York, ex-Codeine e ex-Come. Una buona mezz'ora di canzoni chitarra e voce, con stile, mai calcate troppo, a volte tirate leggermente per le lunghe. Un opening act onesto e per niente pretenzioso.
Seguono gli Errors, compaesani dei Mogwai, i quali non solo li hanno presi sotto l'ala protettiva della Rock Action records, ma se li sono anche portati dietro in tour. Indie rock strumentale molto new-wavey sposato felicemente con un orecchiabilissimo synth-pop. Mai banali, precisi e simpatici (soprattutto il batterista che continuava a ridere senza una ragione). Se possibile mettete le mani sul loro debutto
"It's Not Something but It Is Like Whatever".
E che dire infine dei Mogwai? La scaletta non mi ha convinto appieno, per le ragioni illustrate più in alto, ma questo non toglie davvero nulla al concerto. I cinque ragazzi sanno tirare su dei muri di suono devastanti, e a volte a vederli li, i tre chitarristi e il bassista, immobili, sguardo perso nel vuoto, viene davvero da chiedersi che non siano i fottuti cavalieri dell'apocalisse. Dal vivo, (quasi) tutte le loro canzoni funzionano perfettamente. Ovvio che per "Mogwai Fear Satan" l'atmosfera era surreale, così come per "Like Herod". Ma anche "Batcat" e "We're no here" hanno fatto il loro sporco lavoro. La vera soddisfazione per me è stata "Summer", perla indimenticabile e forse canzone-prototipo del suono tipicamente mogwaiano.
Detto questo, rimane poco altro da dire. Stando in prima fila con davanti gli amplificatori di Stuart Braithwaite diciamo che i suoni erano un po' confusi, un altro modo per dire che mi stanno ancora fischiando le orecchie.
Ad ogni modo, a conti fatti i Mogwai difficilmente daranno mai delle delusioni live. E questa non è cosa da poco.

la scaletta:
# i'm jim morrison, i'm dead
# hunted by a freak
# friend of the night
# mogwai fear satan
# scotland's shame
# i know you are but what am i?
# i love you, i'm going to blow up your school
# the precipice
# summer
# thank you space expert
# 2 rights make 1 wrong
# we're no here

Pausa

# like herod
# batcat


m.s.

9.2.09

Newsynews

Hello people,
I hope you are doing well.

We have some news, and precisely two new songs up on our myspace.
The first one, "The Dreamer" is part of our forthcoming ep "Everyday and never", for Imao in the mouth records.
The second one, "He was digging to find the moon" will be, together with another song and a remix by Japanese Gum on the compilation "Fields of mars", released by Nomadism/Cydonia.

Just listen, enjoy, and tell us what you think about it.

Cheers,
m.s.

30.1.09

Now they're no more. 01/ Arab Strap


Who: Aidan Moffat & Malcolm Middleton.
Where: Falkirk, Scotland
When: 1995-2006
What: they have been described as post-rock, post-folk, noir pop, sadcore, indie folk.
Where are they now: Malcolm Middleton / Aidan Moffat

Albums:
1. The week never starts round here (Chemikal Underground, 1996) 3/5
2. Philophobia (Chemikal Underground, 1998) 5/5
3. Elephant shoe (Go Beat, 1999) 4/5
4. The red thread (Chemikal Underground, 2001) 2/5
5. Monday at the hug and pint (Chemikal Underground, 2003) 1/5
6. The last romance (Chemikal Underground, 2005) 4/5

Arab Strap - Piglet
You'd already been about half an hour with your pre-clubbing shower. I had always planned to have a look in your special Winnie the Pooh book. The place was marked and it was there in blue and white. It just said simply, "Paul stayed last night." Next I was on the bog and you got down on one knee. You were protesting your innocence and you started to cry just as I started to pee. You said, "I didn't shag him, he slept on the couch in the kitchen. He might as well be a girl, he's a good for a laugh and he's good for bitchin'." You said you'd never be willing or able. And he looks like he was made on a fucking table. Although, to be fair, I think he hides the bolts quite well, But as soon as he opens his mouth you can just tell. I had just assumed you'd completely gone off shagging And I can you seen you with your new Uni pals, standing bragging.
Now he's your boyfriend and I know you were talking shite But you still denied it when I met you at someone's birthday party the other night. You said, "I didn't shag him, he stayed on the couch in the kitchen. He's just like one of the girls, we have a good laugh when we're sitting bitchin'." The words that you used to think turned me on just made me laugh. "Do you want to suck my cunt?" in real life just sounds naff. And when we were with your friends I just as might as well have been no one. And you can't get over your dead dog - well it takes one to know one.


Watch: Arab Strap - Piglet (last show in Glasgow)

m.s.

23.1.09

More (sad) news from nowhere



Mick Harvey has just left the building, meaning that he quitted The Bad Seeds after their ATP gig in Australia. There's nobody left of the original line up. No more Hugo Race, Barry Adamson, Blixa Bargeld and now, Mick Harvey. He followed Cave all along his career, since the days of The Boys Next Door, then again with The Birthday Party and again with the Bad Seeds. Maybe it's really time for Mr. Cave to call it a day. Maybe.



m.s.

17.1.09

Anno nuovo / vita nuova

Per iniziare con il piede giusto, una riflessione degli ultimi di dicembre.

"Una notte di merda. Il cielo è scuro come pece. Le foglie degli alberi si muovono freneticamente, in un ballo schizofrenico. Il vento rastrella tutto quello che non ha avuto la fortuna di essere stato messo al sicuro, lo rastrella e lo butta nelle fauci del mare. Il mare, grigio scuro. Onde alte, si schiantano contro la banchina urlando, torturandola attimo dopo attimo, provocando dolore elettrico e brutale. Gli amanti se ne stanno chiusi nei loro nidi d’amore, lontani da questa sporca, maledetta realtà. I vecchi si nascondono nei loro letti, stanchi quanto loro, deboli, a sognare antiche avventure. I poveri si stringono alle poche cose che gli rimangono, le stringono talmente forte da farsi sbiancare le nocche, talmente forte da bagnarle con il loro sudore freddo. Gli onesti pregano, i disonesti ridono di gusto. O forse sono troppo ubriachi per farlo, e allora stanno dormendo, magari fra le braccia di qualche sgualdrina da pochi spiccioli. Sono queste le notti che strappano la maschera dal volto dell’umanità. Guardate, guardate tutti quel volto, guardate quelle cicatrici, quegli occhi semichiusi, malvagi, quelle pupille in cui brucia l’inferno. Quel naso adunco, quelle guancie scavate. Quel mento scarno, quella barba sfatta. E i denti, gialli, giallo sfumato nel marrone, il tabacco che li distrugge lentamente. Ecco, in notti come queste si vede davvero che cosa siamo. C’è posto solo per i bastardi, da queste parti. Sotto questa pioggia malsana, solo i bastardi girano senza paura, senza timore. Perché posso stare a volto scoperto, possono stare in libertà. Prima che le briglie dell’ipocrisia tornino a imprigionarli e relegarli nell’ombra. Aspettano, loro aspettano. Sono pazienti, sanno che alla fine la scamperanno. Tutto il buonismo che li condanna prima o poi lascia sempre spazio ai cadaveri sotterati sotto la sua polvere profumata di progresso. E allora, quando la paura sale e corre lungo la schiena come una lama di ghiaccio, allora loro possono festeggiare. Loro ridono quando tutti piangono. E ballano con i cadaveri risorti. E finalmente c’è vita, vita vera, in questa notte di merda."


m.s.