30.10.09

Number two: (not) everything is possible.

Per numero due s'intende la seconda prova discografica di una band. Prendiamone una che ha fatto uscire un disco nel, mettiamo, 2007. Disco recensito in complesso molto positivamente, oggetto di discussione qui e li, fa parlare della band, la quale corona il successo suonando in giro e raccogliendo anche i consensi dei moderati. Finita la giostra, segue un periodo di pausa più o meno lungo che termina con il rientro in studio della band.
E così siamo arrivati alla prova numero due. Che non è mai come il fatidico terzo disco, che secondo molti è la prova del nove. Al numero due si può fare più o meno qualsiasi cosa, si può cambiare tutto, si può ripetere gli stessi ingredienti, oppure si può, vedi la maggior parte dei casi, operare una via di mezzo. Tre esempi.
Uno. A Place To Bury Strangers - Exploding Head.
Non cambia molto in questo disco, rispetto al precedente. Solo che il precedente era il primo, quindi poteva osare di più senza preoccuparsi di paragoni o raffronti. Era infatti molto più grezzo e sporco, non che questo sia sempre un bene, tuttavia lo è per il discorso degli APTBS. Insomma: quello che c'è di nuovo in questo lavoro non è molto ed è poco convincente, quello che c'è di vecchio non è valido come nell'album precedente; l'esempio perfetto è il singolo, "In Your Heart". Non stiamo parlando di un brutto disco, ma di un disco per cui, alla fine dei conti, non vale la pena spendere quindici euro. Meglio, a questo punto, prendersi sia il cd che il vinile del precedente.
Due. Twilight Sad - Forget The Night Ahead.
Per i Twilight Sad vale più o meno lo stesso discorso, ma in senso invertito. Quello che c'era di buono nel precedente "14 Autumns & 15 Winters" è rimasto elemento costitutivo del disco, se vogliamo anche più maturo. A questo si aggiungono delle dinamiche più tirate, d'ispirazione post-punk, che reggono bene il paragone con le precedenti (che comunque erano tutt'altro che tranquille) e per contrasto pezzi senza neanche il minimo accenno di basso e batteria di grande effetto. Ci sono i singoli, convincenti ma di certo non i momenti migliori del disco. C'è una perla come "That Room" che non si sa bene dove collocare: i Sigur Ros di Takk sono un inizio, ma stiamo parlando della punta dell'iceberg. Un muro di chitarre noise che cresce fino a diventare sovrastante, senza che neanche ce ne si renda conto fino a quando, di colpo, a venti secondi dalla fine restano in campo solo basso, batteria e un arpeggio leggero come una piuma. E subito dopo "That Birthday Present" che è più o meno "il pezzo stile green day" dei ragazzi scozzesi (se i green day potessero mai essere presi come termine di paragone). E subito dopo "Floorboards Under The Bed", e si ricade in un mare di tristezza distillata goccia per goccia. E avanti così, fino alla fine. Un disco ottimo, legato con un doppio filo rosso al precedente ma che se ne distacca esattamente nei momenti in cui si sente bisogno di novità. Approvatissimo.
Tre. Fuck Buttons - Tarot Sport
Non sono ancora convinto al cento per cento che questo disco mi piaccia. Il precedente era uno spettacolo, e ora questo. Al primo ascolto mi sono fermato dopo i primi tre pezzi, l'ho sentito tutto solo al quinto ascolto, al decimo mi è piaciuto più del precedente. Se "Street Horrrsing" era il lato oscuro della band, questo è il lato luminoso. Ma esattamente come nel primo c'erano fari di luce nell'oscurità (vedi "Bright Tomorrow") qui ci sono momenti in cui il sole viene coperto dalle nubi ("Phantom Limb"). "Tarot Sport" è un disco che cambia sostanzialmente le carte in tavola, anche se a un ascolto disattento può non sembrare. Paradossalmente, la direzione che prende questo lavoro sembra la conseguenza più ovvia e naturale del precedente, ma ovviamente questo ragionamento funziona solo se fatto a posteriori: voi l'avreste immaginato un disco del genere prima di ascoltarlo?

Le conclusioni del discorso sono i dischi stessi, direi.
Siete d'accordo?

Nessun commento: